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Quanto costa passare a maggio tutela?

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Bollette, passare alla tariffa di maggior tutela costa fino a 65 euro. Ecco come calcolare se conviene davvero

L’ultima versione del ddl concorrenza ha rinviato al 2019 l’obbligo per tutti gli utenti di sottoscrivere contratti sul mercato libero. Fino ad allora, chi vuole può chiedere di pagare i prezzi fissati dall’Autorità per l’energia. Ma il passaggio non è gratuito e richiede almeno due mesi. In più non tutte le aziende offrono anche il servizio tutelato

I consumatori hanno ancora due anni per dire addio alle tariffe di luce e gas fissate dall’Autorità per l’Energia (Aeegsi) che tutelano le famiglie da impennate di prezzi e comportamenti collusivi fra gli operatori. L’ultima versione del ddl concorrenza, approvata giovedì dalla Camera e inviata al Senato per l’ultima lettura, rinvia infatti di un anno, al 2019, la fine del mercato tutelato e il conseguente obbligo di sottoscrivere contratti sul mercato libero. Ma come si fa a capire se nel frattempo conviene rimanere con la tariffa dell’Autorità oppure è meglio scegliere tra i numerosi pacchetti promozionali offerti dalle società? E soprattutto, chi ha un contratto sul libero mercato come fa a chiedere il passaggio alla maggior tutela?

Non è semplice né lineare. Per capire quale società nella nostra zona offre anche il servizio di maggior tutela bisogna innanzitutto andare sul sito dell’Autorità. Selezionando regione, città e provincia usciranno le società disponibili. Se attualmente abbiamo un contratto con un operatore sul libero mercato, possiamo passare alla tutela scegliendo una delle aziende uscite dalla ricerca. Diversi da società a società l’iter e i costi. Sì, i costi: perché tutto questo ha un prezzo.

Facciamo un esempio: chi oggi compra l’energia da Enel sul mercato libero e vuol passare a quello tutelato sempre con Enel deve per prima cosa chiamare il Servizio elettrico nazionale di Enel (800900800) che invierà i moduli di richiesta di trasferimento. L’operazione costa 65 euro e comunque ci vogliono circa due mesi affinché la procedura si concluda. Altro esempio, con A2A. In questo caso bisogna chiamare il servizio maggior tutela di A2A (800894598 0 0245405649) e compilare i soliti moduli che verranno spediti a casa. Costo 16 euro, tempi due/tre mesi.

Visto che il tutto non è gratis, come si fa a capire se effettivamente conviene la tariffa fissata dall’Autorità? Anche qui le cose sono complicate. Ci sono infatti un’infinità di servizi on line che, a seconda di consumi e abitudini, calcolano e confrontano le proposte dei venditori del libero mercato: c’è il “Trova Offerte” dell’Autorità e ci sono supermoney, sostariffe, Facile, Tariffe segugio, Abbassa le bollette. Alcune associazioni dei consumatori offrono servizi ad hoc, come Altroconsumo. Non esistono però strumenti simili che permettano direttamente di confrontare le tariffe sul mercato tutelato con quelle sul mercato libero. E allora, in questo caso, occorre una comparazione manuale tra offerte delle singole società, districandosi tra vari passaggi on line e telefonici. E tenendo sempre a mente che sia le associazioni dei consumatori sia la stessa Autorità hanno più volte sottolineato come il mercato libero sia ancora molto insidioso, con frequenti pratiche commerciali scorrette e pubblicità ingannevoli.

Ma vediamo nel concreto cosa è possibile fare. Innanzitutto bisogna sapere quanto costa un kilowattora per l’elettricità o un metro cubo standard (Smc) per il gas, sia con la maggior tutela sia con il pacchetto prescelto sul libero mercato e poi confrontare le due unità. Ad esempio, navigando un po’ e magari con l’aiuto dell’operatore del call center (che comunque ha l’obiettivo di far sottoscrivere il contratto e richiamerà il cliente nei giorni seguenti per sapere cosa ha deciso), sul sito di Eni e quello di Sorgenia si trova il prezzo a KWh o Smc relativo all’offerta elaborata in base a una serie di parametri personali (occorre inserire indirizzo, consumi, abitudini, elettrodomestici presenti in casa, se si vuole fattura on line o cartacea, etc). Dopo di che il consumatore da solo deve confrontare i prezzi ottenuti con quelli della maggior tutela consultabili sul sito dell’Autorità. Attenzione però: solitamente il prezzo “speciale” proposto dalle società è bloccato per un anno, passato il quale tutto può cambiare. Altre società, come Enel Energia ed E.On, oltre al prezzo a kilowattora calcolano anche direttamente il risparmio o costo in più rispetto alla maggior tutela.

Ma anche qui bisogna stare attenti: non c’è solo il prezzo da considerare ma pure le condizioni contrattuali. Prendiamo ad esempio l’offerta E-ligth di Enel. La tariffa è molto allettante, tra le più basse. Tuttavia, ci sono una serie di postille che potrebbero creare problemi. A differenza di altre offerte, si attiva e gestisce solo tramite il sito web e non c’è modo di avere assistenzadall’operatore. Inoltre, non si può fare alcun cambio prima dell’undicesimo mese di adesione, è vincolante quello che si sceglie all’inizio. Cioè se si opta per la tariffa monorarianon è possibile passare alla bioraria. Anche solo il cambio di residenza fa decadere l’offerta. E ancora: si paga solo tramite domiciliazione bancaria, quindi niente bollettini postali o carte di credito. Infine, nota più dolente, si prevede un conguaglio finale in caso siano stati superati i KWh previsti dal pacchetto (quindi non c’è la lettura del contatore) mentre con le altre offerte si paga per quello che consumi realmente.

Insomma, occhio al prezzo e alle postille che si vanno a sottoscrivere. Fatti i propri calcoli, infine, il consumatore può anche decidere di avvalersi della Tutela Simile, che prevede le stesse condizioni e tariffe della “Maggior Tutela”, con un bonus sulla prima bolletta a seconda dell’operatore. Per farlo è possibile visitare il sito dedicato (www.portaletutelasimile.it) dove sono presenti le offerte con il valore del bonus erogato dai vari fornitori di energia. Ciascun contratto avrà la durata massima di 12 mesi al termine dei quali si può scegliere se restare con l’operatore prescelto o selezionare un’offerta differente.

 

Fonte: ilfattoquotidiano.it